Assiteca: sanità integrativa e servizi di welfare per le imprese

da Mar 14, 2018Parola ai provider

di Valentino Santoni*

provider di welfare aziendale sono società private che si occupano di sostenere le imprese nelle varie fasi di ideazione, implementazione e monitoraggio di interventi o piani di welfare. Attualmente esistono varie realtà inseribili all’interno del mercato dei provider di welfare: le società di servizi, le software-house e le piattaforme on-site, le società di brokeraggio assicurativo e alcune società definibili spurie.

All’interno del Terzo Rapporto sul secondo welfare in Italia, il nostro Laboratorio si è occupato di trattare questo fenomeno nel capitolo curato da Valentino Santoni. Con lo scopo di continuare a approfondire il potenziale ruolo dei provider all’interno del panorama del secondo welfare, abbiamo deciso di continuare a proporvi alcune esperienze di società che scelgono di investire nel mercato del welfare aziendale.

In questo articolo – grazie all’intervista con Lucia Troilo, Responsabile dei progetti di welfare della società – andremo a conoscere Assiteca Spa, realtà italiana che nasce come società di brokeraggio assicurativo.

Quali sono le misure e i servizi di welfare che mettete a disposizione alle aziende?

Le misure di welfare proposte da Assiteca sono costruite in base agli obiettivi dell’azienda cliente e ai bisogni della popolazione dipendente che beneficerà del piano. L’analisi dei desiderata, propedeutica al disegno del piano welfare, viene effettuata mediate survey on line o cartacea in forma anonima. Mediante una piattaforma tecnologica i beneficiari hanno libera scelta, nei limiti fiscali previsti, di destinare il proprio budget welfare ai beni e servizi che compongono il piano.

Avete introdotto delle modifiche alla luce della Legge di Stabilità 2016 e di quella del 2017? Sono stati pensati nuovi servizi o nuove modalità nell’erogazione delle prestazioni?

Una delle novità della Legge di Stabilità 2016 è stata la possibilità di scelta da parte del lavoratore di percepire tutto o parte del proprio premio di risultato in beni e servizi di welfare. Assiteca propone di gestire questa scelta direttamente sulla piattaforma welfare per sollevare l’azienda da tale onere.

Inoltre l’offerta welfare di Assiteca ha recepito tutte le possibilità introdotte dalla Legge di Stabilità 2016 e 2017 sia in termini di servizi (es.: rimborso spese relative alla frequentazione di scuola materna, rimborso spese di baby sitting, rimborso spese per la cura di familiari anziani e non autosufficienti), sia nelle modalità di erogazione (voucher in formato elettronico o cartaceo).

Quali sono le prestazioni più richieste dalle imprese sulla base della vostra esperienza?

Fermo restando che la tipologia delle prestazioni richieste varia in base al target di aziende, possiamo sicuramente affermare che in cima alla classifica troviamo tutto ciò che riguarda le prestazioni di assistenza sanitaria integrativa e il rimborso delle spese di istruzione.

Restano fanalino di coda la previdenza complementare e le prestazioni di assistenza ai familiari anziani e non autosufficienti. È invece ormai acclarata la diffusione del voucher per l’erogazione dei servizi che lo prevedono, prediligendo il formato digitale al cartaceo.

Secondo lei, che cosa vogliono ottenere le imprese attivando servizi di welfare aziendale?

Per la nostra esperienza sempre più imprese rinunciano ai vantaggi contributivi reinvestendo il loro risparmio in attività di formazione per i dipendenti o mediante un bonus welfare aggiuntivo al budget iniziale. Questo ci fa pensare che le motivazioni che spingono le aziende ad implementare piani di welfare siano principalmente il benessere dei propri dipendenti ed il miglioramento del clima aziendale.

In un contesto socioeconomico di crisi in cui i vincoli di finanza pubblica impediscono gran parte degli investimenti necessari per la modernizzazione del welfare state, le aziende ricoprono un ruolo fondamentale e le misure di welfare rappresentano un aiuto concreto per tutto il nucleo famigliare.

Vi ritrovate spesso a relazionarvi con le parti sindacali? Quale considera essere il ruolo dei rappresentati dei lavoratori nell’implementazione dei sistemi di welfare?

Tutto dipende dal target delle aziende. Le piccole imprese, spesso prive di rappresentanze sindacali, prediligono la sottoscrizione di un regolamento aziendale che rende il welfare in alcuni casi meno vantaggioso in termini di deducibilità per l’impresa ma più agevole e snello nella costruzione. Nelle realtà più grandi e strutturate, Assiteca, in qualità di consulente dell’azienda, presenta e promuove alle parti sindacali le misure di welfare che l’azienda intende introdurre per i propri dipendenti.

Dopo un 2016 di “pregiudizi”, nel 2017 i sindacati hanno giocato un ruolo attivo e propositivo nei confronti di questo nuovo strumento e in alcuni casi è stata strutturata una comunicazione congiunta ai dipendenti e un’assistenza dedicata sfruttando al meglio il proprio ruolo di rappresentate dei lavoratori. Nonostante i passi in avanti, però, le posizioni delle parti sindacali sembrano ancora troppo frammentante e diversificate in base al territorio e alle differenti sigle.

In seguito ai vantaggi previsti dalle Leggi di Stabilità 2016 e 2017, ritenete che siano entrati sulla scena del welfare aziendale nuovi attori? Ritenete che sia cresciuta la competizione tra i provider di servizi o viceversa le novità legislative hanno favorito nuove forme di collaborazione tra provider?

Sicuramente dal 2016 ad oggi il numero dei “fornitori” di servizi di welfare è cresciuto a livello esponenziale coinvolgendo consulenti del lavoro, aziende che gestiscono il payroll, compagnie assicurative ecc. In linea generale la competizione è presente come in tutti i settori ma, se l’obiettivo è comune, non si escludono collaborazioni quando queste portano a costruire un servizio ad hoc per l’utente finale. Assiteca è un broker esclusivo di una Cassa di assistenza che eroga prestazioni di assistenza sanitaria integrativa e su molteplici progetti collabora con altri provider.

*Il seguente articolo è stato pubblicato su Secondowelfare.it, il 13 marzo 2018

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