Al welfare serve il salto di qualità

da Lug 31, 2023Dicono di noi, Rassegna Stampa

Anna Zattoni (Jointly): “Studiamo soluzioni a forte impatto sociale”

di Luigi dell’Olio*

Dai sindacati alle associazioni datoriali, nelle ultime settimane si sono susseguiti gli appelli per detassare il welfare aziendale, in modo da difendere il potere d’acquisto dei lavoratori, falcidiato dall’elevata inflazione, e anche alla luce di diverse ricerche che hanno evidenziato come le misure in questo ambito (dal rimborso delle spese mediche alla previdenza complementare, al sostegno a modelli di lavoro flessibili) favoriscano la produttività.

Senza trascurare il tema del coinvolgimento del personale nella vita aziendale, cruciale alla luce del fenomeno delle grandi dimissioni che ha interessato il mercato del lavoro dallo scoppio della pandemia in avanti.

«Il welfare aziendale può offrire un contributo concreto per invertire la rotta in un Paese dove bassa natalità, invecchiamento della popolazione e sottoccupazione femminile rappresentano fenomeni ai quali è necessario rispondere con urgenza»

osserva Anna Zattoni, presidente e co-founder di Jointly, società che eroga servizi finalizzati a migliorare benessere e qualità della vita dei dipendenti aziendali, attraverso una piattaforma che aggrega domanda e offerta di welfare su tutto il territorio nazionale.

«Per essere realmente efficace, il contributo non può, però, esaurirsi nel solo beneficio economico legato al meccanismo dei fringe benefit, ma deve saper individuare soluzioni che siano in grado di avere un impatto sociale positivo, fornendo ai lavoratori e alle loro famiglie servizi utili in termini di tutela della salute, conciliazione e sostegno alla genitorialità, integrando e facilitando l’offerta del welfare primario pubblico», aggiunge Zattoni.

L’azienda ha realizzato un position paper che evidenzia come il welfare aziendale possa rivestire un ruolo di forte generatore del cambiamento non solo per quanto riguarda il benessere aziendale, ma proprio in termini di impatto sociale, in uno scenario che vede crescere l’attenzione generale verso ambiti come la salute e la sicurezza dei lavoratori.

Un pensiero condiviso da Emmanuele Massagli, presidente Aiwa (Associazione italiana welfare aziendale), il quale si sofferma sul decreto lavoro recentemente convertito in legge, con un giudizio articolato.

«La misura segue una direzione complessiva condivisibile, nella misura in cui enfatizza la finalità sociale del welfareaziendale, nel caso specifico verso la natalità». Di contro, evidenzia i criteri «eccessivamente selettivi della misura». Da qui l’invito ad «ampliare i beni e servizi da includere, tenendo conto dei bisogni sociali di tutti i lavoratori».  

Il seguente articolo è stato pubblicato su Repubblica – Affari&Finanza, il 31 luglio 2023

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