Lavoro, Cida: si lavori per welfare aziendale nel settore pubblico

da Nov 24, 2020Rassegna Stampa

«Al via la stagione contrattuale 2019-2021: è il momento di inserire nei CCNL del settore pubblico il welfare aziendale, primi fra tutti la sanità in convenzione e la previdenza complementare». Così una nota  FP Cida che indica l’obiettivo che «sta portando avanti insieme alle rappresentanze delle dirigenze private della Confederazione CIDA, partendo da proposte di emendamento del disegno di legge di bilancio 2021, ora all’esame del Parlamento: arrivare ad una reale misura di perequazione fra il rapporto di lavoro pubblico e quello privato, che per il welfare aziendale vedono il settore pubblico assolutamente deficitario. Ci muoviamo nella direzione utile per armonizzare le necessità dei lavoratori del pubblico impiego con il buon andamento delle Amministrazioni».

Secondo i rappresentanti Cida «tra le misure prioritarie, quindi, ci sono: l’assistenza sanitaria, che già oggi costituisce uno dei benefit maggiormente apprezzati in ambito aziendale. Secondo le ultime ricerche, infatti, più di un’impresa su due in Italia ha adottato il welfare sia per i vantaggi fiscali offerti da questo strumento sia per la più ampia tutela della salute dei dipendenti. Gli incentivi utili all’adesione ai fondi di pensione complementare, in considerazione del contesto “severo” dei trattamenti di pensione finali garantiti in futuro dalla pensionistica obbligatoria. E’ stato già fatto, nel lontano 1995, per il CCNL degli enti pubblici non economici che finanziò la “stipula di polizze sanitarie integrative”. Come è andata? Quell’esperimento fu coronato da pieno successo e i dipendenti pubblici all’epoca beneficiati ne godono tuttora».

«E’ quindi giusto e corretto estendere e potenziare quei benefici a tutti i comparti e le aree del pubblico impiego, non solo nel campo sanitario, ma anche previdenziale: siamo pronti al massimo impegno, per affermare la nostra proposta di benefici sanitari e previdenziali finanziati dal datore di lavoro in sede dei prossimi contratti – conclude la nota – E’ questo il momento per esprimere il massimo impegno collettivo di tutte le categorie per il superamento della pandemia e per le migliori condizioni possibili di tutela della salute negli ambienti di lavoro per il futuro».

*Il presente articolo è stato pubblicato su Ilmessaggero.it, il 24 novembre 2020

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