Il virus cambia il welfare È corsa alla polizza

da Mar 30, 2020Rassegna Stampa

di Lorenza Cerbini*

Polizze assicurative per alleviare le conseguenze del Covid-19. Sul mercato sono presenti dai primi giorni in cui il pericolo Coronavirus è diventato emergenza. Il settore assicurativo si è mosso per offrire risarcimenti e servizi a chi subisce gli effetti dell’ epidemia. Unipol, Generali, Reale Mutua e Nobis hanno intrapreso una strada che sembrerebbe andare contro il principio della probabilità in una fase in cui non è escluso che un dipendente si ammali. E la risposta è stata immediata. Luisa Via Roma (moda), Sampi (pompe per autobotti), Chimet (chimico-metallurgico), Kme (prodotti in rame) Corpo Vigili Giurati (sicurezza), Pastificio Fabianelli (alimentare), Ozaf (riordinatori meccanici per l’ industria farmaceutica e cosmetica), Unoaerre (oreficeria), Manifattura Sigaro Toscano, Fosber (macchine per la carta) sono alcune tra le aziende che hanno aderito per offrire una tutela in più ai propri dipendenti. «Dal nostro stabilimento escono ogni giorno 1200 quintali di prodotto – dice Andrea Fabianelli – In questa fase di emergenza la domanda globale di pasta è aumentata e lavoriamo anche nel fine settimana. I miei 50 collaboratori si sono assunti una responsabilità importante. Ci chiamiamo per nome, da sempre, e ho reputato opportuno garantire un aiuto extra nell’ eventualità catastrofica di una contaminazione». Una questione etica anche per Chiara Berni, titolare del Corpo Vigili Giurati, tra Toscana, Emilia e Lazio. «Un dovere in questo momento difficile, soprattutto per chi sta fuori e i nostri dipendenti non abbassano mai la guardia».

Il Covid-19 è così entrato nei pacchetti del welfare aziendale. Con quali costi?

«Unipol e Generali offrono polizze a 9 euro per ogni assicurato. Un’ azienda con cento dipendenti spenderà dunque 900 euro. Reale Mutua ha un premio leggermente più alto, 9.50 euro», dice Giulio Pelliccioni Marazzini, general manager di Alpha International Insurance Brokers. «Abbiamo speso 11mila 574 euro per assicurare i nostri mille dipendenti e pure i collaboratori esterni che operano a partita Iva», quantifica Berni. E tra le compagnie di assicurazione c’ è chi ha allargato l’ offerta. «Nobis ha creato una polizza che copre il dipendente e il suo nucleo familiare, coniuge e figli, con una spesa di 25 euro per nucleo. Un pacchetto riservato ad aziende con almeno dieci dipendenti», dice Giulio Pelliccioni Marazzini. Le polizze offerte presentano dei limiti. Non coprono per morte e non scattano in caso di isolamento. Ne gode chi viene ricoverato, con attenzione però alle franchigie, cioè il numero di giorni per i quali non viene corrisposta l’ indennità. «La polizza #andràtuttobene di UnipolSai prevede una franchigia di tre giorni. Quella GeneraSalute RSM di Generali di sette, e un giorno in più per Realmenteuniti di Reale Mutua. Per tutte è prevista una diaria di 100 euro», spiega Pelliccioni Marazzini. E una volta rientrati a casa? Scattano i servizi per la convalescenza: consulenze psicologiche, collaboratrice familiare, baby sitter, accompagnamento dei figli a scuola, spesa a domicilio e pet sitter.

C’è chi ha già usufruito della polizza.

«Una nostra guardia giurata si è ammalata – dice Berni – Dopo una settimana di febbre ha effettuato il test del tampone al pronto soccorso ed è stata ricoverata». Nonostante quello della sicurezza sia considerato un settore «essenziale», il Covid-19 ha inciso sull’ intera struttura del Corpo Vigili Giurati. «Gli incassi si sono ridotti. Nessuno ha però perso il lavoro, abbiamo ridistribuito i nostri vigili, soprattutto nei supermercati che hanno incrementato il servizio». La filiera alimentare è operativa, ma non senza problemi. «Nel nostro stabilimento è assolutamente vietata l’ entrata ai non dipendenti – dice Fabianelli – Andremo avanti finché avremo materie prime come semola e cellophane, fino a che reggerà anche il settore del packaging e i porti resteranno aperti».

*Il seguente articolo è stato pubblicato su L’Economia del Corriere della Sera (ed. Fiorentino), il 30 marzo 2020

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