Welfare: cosa cambia con la Manovra 2020? La ricostruzione di Assitecanews

da Gen 27, 2020Dicono di noi, Rassegna Stampa

Cosa cambia in materia di welfare con la nuova Legge di Bilancio 2020?

Assitecanews ha raccolto i dati delle principali fonti intervenute sul tema e ha ricostruito le novità in materia di welfare aziendale

 

Iniziative di welfare aziendale: solo la metà dei lavoratori ne usufruisce

Mentre l’Osservatorio Assolombarda raccoglie i dati per il Rapporto sul Welfare 2020, l’indagine Il welfare aziendale visto dai lavoratori condotta da Nomisma in collaborazione con la Cgil evidenzia la scarsa capacità di intercettare i bisogni dei dipendenti e una predilezione per le somme di denaro, che abbassano in modo significativo l’utilizzo dei benefit offerti in azienda.

La ricerca ha coinvolto oltre 70 aziende e 1.822 lavoratori, tra impiegati (49%), operai (45%) e quadri (65). Dalle interviste emerge come solo il 55% dei lavoratori coinvolti in programmi di welfare aziendale usufruisca davvero dei servizi e dei benefit offerti dalla propria impresa. Appena un terzo dei lavoratori è consapevole delle iniziative di welfare aziendale promosse dall’azienda: il 45% è stato informato soltanto a grandi linee e il 9% ammette di non aver ricevuto alcuna comunicazione sulle misure definite negli accordi aziendali per incrementare il benessere del lavoratore e della sua famiglia.

Assenza di un confronto con i lavoratori, scarsa cultura e premi in denaro

All’origine dello scarso ricorso alle misure di welfare aziendale c’è prima di tutto l’incapacità di intercettare i reali bisogni dei lavoratori (per il 39% dei rispondenti) e la predilezione per somme di denaro rispetto ad altri generi di benefit (38%). È necessario che i piani di welfare siano costruiti partendo da un confronto sulle reali esigenze dei lavoratori, sulle capacità degli strumenti di welfare nel soddisfarli e che vi sia una valutazione seria degli impatti in azienda.

Pesa notevolmente anche la scarsa conoscenza della materia, soprattutto fra gli operai: il 28% della categoria afferma di non saperne nulla, rispetto al 20% degli impiegati e all’8% dei quadri. Il ricorso a servizi di welfare aumenta al crescere della mansione lavorativa e del titolo di studio. Sfruttano maggiormente gli strumenti di welfare le donne (61%) e le famiglie con figli (59%), mentre la percentuale degli uomini che utilizzano le opportunità del welfare aziendale si ferma ad un 52%.

Taglio del cuneo fiscale: la differenza la fa il welfare aziendale

Secondo Emmanuele Massagli, presidente di Aiwa (l’associazione italiana per il welfare aziendale, a cui ASSITECA è associata) e di Adapt, la Legge di Bilancio 2020 riserva alle iniziative di welfare aziendale l’unica vera arma di riduzione fiscale e contributiva del costo del lavoro. Infatti, la nuova proposta di cuneo fiscale agevola solo alcune fasce di lavoratori e molto meno di quanto si sperasse. In un precedente articolo abbiamo parlato nel dettaglio del taglio del cuneo fiscale per dipendenti e datori di lavoro previsti dalla Manovra 2020.

In un’intervista concessa a wewelfare.it, testata online specializzata sui temi del welfare integrativo, commenta come la Legge di Bilancio 2020 faccia troppo poco per abbassare il costo del lavoro e per aumentare la busta paga dei lavoratori. Tuttavia, il mancato taglio al cuneo fiscale potrebbe incentivare le soluzioni di welfare aziendale, la distribuzione di premi di risultati e modalità alternative alla monetizzazione. Secondo Aiwa, il welfare aziendale coinvolge ad oggi oltre 100.000 imprese e quasi 2.500.000 lavoratori di imprese private beneficiari di piani del valore medio di 700 euro. 

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