Congedi extra, centri estivi, servizi: le aziende anticipano la manovra

da Ott 15, 2025Rassegna Stampa

di Valentina Melis*

Rafforzare gli aiuti per la natalità e la conciliazione vita-lavoro. Sarà questa una delle finalità della prossima legge di Bilancio, secondo i principi guida fissati dal Governo nel Documento programmatico di finanza pubblica (Dpfp), approvato giovedì scorso.

Il testo precisa che sarà stabilizzato lo stanziamento destinato ai centri estivi, che nel 2025 ha portato in dote ai Comuni 60 milioni di euro.

Gli aiuti esistenti (a scadenza)

A parte gli sgravi fiscali e contributivi per il welfare aziendale e i fringe benefit – che comunque prevedono una iniziativa delle imprese nell’attivazione dei programmi o nell’erogazione di premi e incentivi – non esistono fondi strutturali destinati alle misure di conciliazione fra vita lavorativa e vita privata. 

Ci sono stati bandi finanziati dal dipartimento delle Politiche per la famiglia: in particolare, l’avviso «Conciliamo», pubblicato nel 2019, ha finanziato con 74 milioni di euro i progetti di 113 soggetti, fra imprese e consorzi, per azioni di conciliazione vita-lavoro (sono in corso le ultime liquidazioni dei saldi). E l’avviso «Riparto», pubblicato nel 2022, sta finanziando con 50 milioni di euro i progetti di welfare di 97 aziende, per agevolare il rientro al lavoro delle madri.

Dal dipartimento per le Pari opportunità guidato dalla ministra Eugenia Roccella fanno sapere che è in fase di elaborazione una Prassi di riferimento Uni, che fornirà requisiti per le organizzazioni, con lo scopo di definire un sistema di gestione interno orientato da indicatori prestazionali (Kpi), per realizzare politiche aziendali a sostegno della famiglia e pratiche efficaci di conciliazione tra vita lavorativa e familiare.

Nel 2024 sono state 41.406 le donne che hanno dato le dimissioni nei primi tre anni di vita del figlio: il 68% su un totale di 60.756 richieste convalidate dall’Ispettorato nazionale del lavoro. I padri che hanno dato le dimissioni entro i primi tre anni di vita del figlio sono stati 18.048.

Il tasso di occupazione femminile in Italia è del 53,7%, in crescita rispetto agli ultimi anni, ma molto distante dalla media europea (66%).

«L’introduzione di misure e finanziamenti strutturali per la conciliazione vita-lavoro potrebbe servire a superare la frammentazione degli interventi attuali, e anche a supportare le piccole e micro-imprese, che hanno più difficoltà ad avviare azioni in questo campo, rispetto alle grandi aziende», spiega Valentino Santoni, ricercatore di Percorsi di secondo welfare, laboratorio di ricerca legato al dipartimento di Scienze sociali e politiche dell’Università di Milano.

In un contesto produttivo come quello italiano, dove le microimprese (sotto 10 addetti) sono il 95% e impiegano quasi la metà dei lavoratori, è effettivamente un limite che i programmi di welfare e di conciliazione possano essere finanziati e organizzati soltanto dalle grandi aziende.

Le iniziative delle aziende

Una delle azioni più diffuse negli ultimi anni, fra le aziende che hanno messo in campo programmi di conciliazione vita-lavoro, è l’integrazione dei congedi parentali indennizzati dallo Stato all’80% per i primi tre mesi. Il gruppo Campari, ad esempio, ha avviato una Global parental leave policy, con 20 settimane di congedo retribuito per i caregiver primari e 12 per i secondari. Per questa policy, si è aggiudicato recentemente il premio Best Hr Team di Hrc Community, network internazionale di manager delle risorse umane. «Le politiche di conciliazione – spiega Marco Gallo, managing director di Hrc – non sono più un tema opzionale: sono la condizione per trattenere i talenti e in particolare per non disperdere le competenze femminili dopo la maternità».

Punta sul supporto alle lavoratrici al rientro dopo la maternità il progetto avviato da Magroup (Magnaghi Aerospace): «Il rientro dopo il congedo – spiega la responsabile delle risorse umane Anna Illiano – è un nuovo capitolo da scrivere insieme all’azienda, e affrontato con il giusto supporto si trasforma in una grande opportunità per innescare cambiamenti positivi».

Le esperienze sul campo

CAMPARI

Congedi parentali fino a 20 settimane

Il gruppo Campari, che ha la sede principale a Sesto San Giovanni (Milano) e impiega 5mila lavoratori in tutto il mondo, ha avviato nel 2024 una Global parental policy. Previste fino a 20 settimane di congedo parentale interamente retribuito per il primo genitore e fino a 12 settimane per il secondo genitore fruibili nell’arco temporale di 18 mesi. Il secondo genitore può utilizzare le settimane previste anche in modo frazionato, in base alle proprie necessità. Il numero minimo di settimane di congedo parentale è stato così aumentato in 15 dei 24 Paesi nei quali il gruppo ha stabilimenti produttivi. L’adesione dei dipendenti è su base volontaria. Nei singoli Paesi questi trattamenti si armonizzano e integrano con altri benefit disponibili. Nella fase organizzativa della nuova policy e prima della partenza, l’azienda ha avviato un confronto con i manager, anche con colloqui individuali, per ottenere la loro opinione sulla fattibilità del progetto.

CHIESI FARMACEUTICI

Indennità al 100% e ore libere per le visite

Il gruppo Chiesi, azienda farmaceutica con 7.500 lavoratori nel mondo, fondata a Parma nel 1935, ha previsto una serie di nuove misure con il contratto integrativo aziendale valido per il triennio 2024-26. Dal 1° gennaio 2024 l’azienda integra fino al 100% della retribuzione l’indennità prevista per il congedo parentale dall’Inps (lo Stato prevede una indennità dell’80% per tre mesi, fruibili in alternativa dai genitori e altri sei mesi indennizzati al 30 per cento).

Il congedo di genitorialità, valido anche per coppie omogenitoriali, integra i 10 giorni di legge previsti per i padri con 12 settimane retribuite al 100%, da usare entro 12 mesi dalla nascita o dall’adozione di un figlio (fruizione continuativa, con domanda almeno tre mesi prima). È previsto un monte ore illimitato per le visite mediche specialistiche proprie o dei figli fino a 14 anni (con il tetto di quattro ore di permesso al giorno) e un rimborso delle spese per l’asilo nido e la scuola materna fino a 600 euro mensili, per nuclei con Isee fino a 25mila euro.

MAGROUP

Supporto alle madri nel rientro al lavoro

Magroup (Magnaghi Aerospace), azienda nata 90 anni fa a Napoli e attiva nella produzione di aerei e parti di aerei, ha 1.500 dipendenti. Da marzo 2025, in collaborazione con la start up innovativa «La luna del grano», ha avviato Mum at work, un percorso da remoto per supportare le lavoratrici madri nel momento del rientro al lavoro dopo la maternità. Le lavoratrici sono soprattutto ingegnere: il percorso, con adesione volontaria, prevede un’academy materno-infantile composta da video registrati nei quali si affrontano le tematiche più comuni legate al rientro al lavoro; pillole di coaching per aiutare la neo-madre a trovare la motivazione necessaria; un questionario sviluppato con psicologi per intercettare le aree nelle quali la lavoratrice ritiene di aver maggiore bisogno di aiuto; tre colloqui con un professionista; una consulenza fra la lavoratrice e l’area Risorse umane, per individuare e risolvere eventuali problemi a livello di politiche del lavoro che non consentono una serena gestione del rientro.

AMADORI

Centri estivi aziendali a giugno e luglio

Il gruppo agroalimentare Amadori ha avviato nel 2020 il progetto Centri estivi Artexplora, per i figli dei dipendenti di età compresa fra 3 e 14 anni, dalla chiusura delle scuole sino a fine luglio.

I centri estivi aziendali sono attivi a San Vittore di Cesena e Santa Sofia (in provincia di Forlì-Cesena) e Mosciano S. Angelo (Teramo), presso i tre principali stabilimenti produttivi del gruppo. Il progetto rientra fra le iniziative di welfare aziendale finanziate dall’azienda. Gli ingressi totali nel 2025 sono stati 800. L’obiettivo è quello di creare un ambiente lavorativo più sereno per i lavoratori, garantendo ai figli esperienze formative, come laboratori di inglese, atelier di musica, teatro e sport, spettacoli e mostre, aiuto per i compiti estivi. Nel 2025 sono stati proposti atelier di giornalismo multimediale e laboratori di falegnameria, cucito, ceramica, oltre ad attività ludiche con i nonni. L’accordo con Artexplora è stato rinnovato fino al 2028. I bambini con disabilità sono stati seguiti da educatori specializzati.

FILENI

Timesitter da prenotare per i servizi quotidiani

Una timesitter che collabora con fornitori del territorio per supportare operai e impiegati nel disbrigo di una serie di attività quotidiane, dal lavaggio dell’auto all’acquisto di frutta e verdura, dal ritiro di un farmaco alla prenotazione di visite specialistiche. È il servizio offerto da Fileni, azienda nata nel 1965 nelle Marche e attiva nel settore carni, ai circa 2mila dipendenti (operai e impiegati) basati nella Regione. Un servizio partito nella prima metà del 2024 e ancora attivo, finanziato inizialmente con i fondi del bando «Conciliamo», del Dipartimento per le politiche della famiglia. L’azienda ha comunque intenzione di portarlo avanti anche con fondi propri.

In un’impresa con dipendenti di 50 nazionalità, la timesitter supporta i lavoratori anche con la traduzione di documenti e con l’assistenza alle pratiche amministrative.

Accanto a questo progetto, Fileni ha adottato a regime una policy sullo smart working che prevede da quattro a 12 giorni al mese di lavoro agile, a seconda dei ruoli.

*Il seguente articolo è stato pubblicato su Ilsole24ore.it, il 7 ottobre 2025

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