Buoni pasto da 8 a 10 euro, soglia esentasse verso l’aumento: per i lavoratori vale 500 euro in più

da Ott 8, 2025Rassegna Stampa

La manovra, secondo il viceministro all’Economia Maurizio Leo, potrebbe contenere la soglia esentasse fino a 10 euro per i buoni pasto «Compatibilmente con le risorse a disposizione stiamo valutando l’innalzamento della soglia esentasse dei buoni pasto da 8 fino a un massimo di 10 euro».

È quanto ha annunciato il viceministro dell’Economia, Maurizio Leo, a La Repubblica, in merito alla Legge di bilancio 2025, su cui il governo ha iniziato a lavorare.

Il tema si fa centrale ancora una volta, dal momento che negli ultimi anni dal 2021 al 2024 il potere d’acquisto ha perso in media il 10,5% (dati Istat). Secondo un’analisi della Ragioneria dello Stato , tale misura «costerebbe allo Stato circa 70-80 milioni di euro l’anno».

I vantaggi

Attualmente i buoni pasto sono esentasse fino a 4 euro al giorno se cartacei e fino a 8 euro al giorno per la versione elettronica. A quelli che hanno un valore superiore alla soglia, viene tassata la parte eccedente di importo conteggiata come reddito da lavoro dipendente.

La volontà di alzare la soglia esentasse a 10 euro e di portarla in manovra è stata della senatrice Fdi Paola Mancini, membro della Commissione Lavoro del Senato, che già un paio di anni fa aveva presentato un piano, bloccato poi per assenza delle risorse finanziare necessarie.

Il vantaggio maggiore, indubbiamente, sarebbe per i lavoratori, ma anche il sistema economico nel complesso ne godrebbe . Secondo una ricerca di Sda Bocconi, il sistema dei buoni pasto sostiene 220 mila lavoratori direttamente e indirettamente, generando un valore pari allo 0,75% del Pil nazionale. Nel 2023 i consumi tramite buoni pasto hanno contribuito con 419 milioni di euro di Iva. Oggi a beneficiarne sono 3,5 milioni di lavoratori.

Scende al 5% il tetto alle commissioni

Secondo Matteo Orlandini, presidente dell’Associazione italiana società esercenti buoni pasto (Anseb), «in tasca al lavoratore andrebbero circa 450-500 euro all’anno, sicuramente un supporto».

Con la soglia esentasse a 10 euro, il recente studio di Teha Group-Edenred Italia ha calcolato un incremento del gettito Iva tra 170 e 200 milioni di euro a fronte di una spesa che non supererebbe i 90 milioni. Anche l’impatto economico aumenterebbe: le stime parlando di 275 mila lavoratori e lo 0,94% del Pil nazionale entro il 2028.

La categoria che può subire degli svantaggi è quella degli esercenti, coloro che che devono anticipare i costi di servizi o prodotti e attendere il rimborso dalle società che emettono buoni pasto, ognuna con le proprie politiche commerciali. Dal primo settembre, inoltre, è cambiato il tetto alle commissioni applicate alle imprese per l’accettazione dei ticket: secondo quanto stabilito dal ddl Concorrenza, non potrà più superare il 5% del valore nominale. Fino a poco fa, le società che emettono buoni pasto potevano applicare una commissione fino al 20%, costo ripartito tra datore di lavoro, dipendente ed esercizio commerciale. 7 ottobre 2025.

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