Le misure a sostegno della natalità e dei caregiver introdotte dal Governo segnano un cambio di passo?
La Legge di Bilancio per il 2024 introduce novità significative per tutelare chi ha figli e chi è un caregiver, tra cui bonus asili nido, decontribuzioni per lavoratrici con figli, estensione del congedo parentale, fondo unico per le persone con disabilità e per il riconoscimento del valore sociale ed economico dell’attività del caregiver familiare. Ma queste misure segnano davvero un cambio di passo nell’affrontare temi cruciali per il nostro Paese come il crollo della natalità e l’invecchiamento della popolazione? Vediamo nel dettaglio.
*di Anna Zavaritt – giornalista e contributor Jointly
Più fondi già nel 2023
Già nel 2023 il Governo aveva stabilito un incremento del 50% dell’assegno unico per ciascun figlio di età inferiore a un anno, oltre ad una maggiorazione del 50% dello stesso per i nuclei con tre o più figli, di età compresa tra uno e tre anni, nelle famiglie con un ISEE fino a 43mila euro. Per i nuclei con almeno quattro figli, l’assegno mensile forfettario era invece stato aumentato a 150 euro mensili. Gli interventi si erano estesi anche al congedo parentale, aumentando dal 30 all’80% la retribuzione del primo mese facoltativo, una misura che nel 2024 è stata confermata, estendendola anche per il secondo mese, ma solo per il 2024 (sarà al 60% dal 2025, ndr) .
Sostegno all’occupazione materna
Quest’anno è stata introdotta la cosiddetta “decontribuzione mamma”: l’esonero della contribuzione previdenziale fino a un massimo di 3 mila euro annui per l’azienda che assume a tempo indeterminato una professionista con tre figli, fino al 18° compleanno del più piccolo. In via sperimentale, per il 2024 il bonus è attribuito anche in presenza di due figli. Inoltre i genitori di almeno due figli fino a tre anni possono quest’anno presentare domanda all’INPS per ottenere il rimborso delle rette pagate, fino a un massimo di 3.600 euro, in presenza di specifici requisiti.
Premialità più che incentivo
Questi interventi hanno il merito di inserire nell’agenda politica temi cruciali per il nostro Paese, come il crollo della natalità, l’invecchiamento della popolazione, l’erosione del potere di acquisto delle famiglie, combinato con la contrazione della spesa pubblica in sanità e la (in)sostenibilità dell’attuale sistema pensionistico.
Ma lo fanno con un’ottica di breve termine, senza rendere strutturali le misure a sostegno della natalità, depotenziandole così l’effetto.
“Sono interventi che solitamente si definiscono “di cacciavite” – ha spiegato Emmanuele Massagli, Presidente AIWA, durante l’ultimo Jointly Talk (22 febbraio) dedicato proprio a questo tema – perché affrontano i sintomi, ma non le cause del problema della natalità. Una sorta di “palliativi legislativi”. Nello specifico, si tratta di misure che supportano temporaneamente i genitori e quindi, più che una funzione motivante e incentivante, ne hanno una premiale, che interviene ex post”.
Lo stesso errore che – a detta del Presidente AIWA – è stato fatto sull’ennesima modifica del tetto dei fringe benefits (art. 51§ 3 del TUIR, ndr) per il 2024: limite di esenzione alzato a 2mila euro per i lavoratori con figli fiscalmente a carico, e a mille per tutti gli altri lavoratori dipendenti.
“Si tratta dell’ennesima modifica in breve tempo, la sesta in cinque anni, sempre con un’ottica di corto termine, che non va oltre l’anno” precisa Massagli.
Chi si prende cura dei Cregivers?
Il Governo ha anche voluto affrontare il tema dei caregivers, le persone cioè che si prendono cura di famigliari non auto-sufficienti, istituendo un tavolo di lavoro e un Fondo Unico l’inclusione di persone con disabilità, con risorse per circa 230 mila euro per finanziare servizi di assistenza, infrastrutture, a favore dell’inclusione scolastica e lavorativa, del turismo accessibile, con il riconoscimento del ruolo dei caregivers famigliari. Ma mancano ancora i decreti attuativi.
Inoltre è stato istituito un Garante delle disabilità, una sorta di Autority, composta da tre componenti nominati dai Presidenti di camera e Senato, i cui poteri e funzionamento non sono però ancora del tutto definiti. Infine Governo ha approvato l’introduzione di una prestazione universale per l’assistenza degli anziani non autosufficienti, l’ Assegno di Assistenza: si tratta di un contributo sperimentale che sarà erogato dall’Inps nel biennio 2025-2026, pari a mille euro per gli anziani over 80 non autosufficienti e in difficoltà economica.
Il welfare dimenticato
Nell’ottica di dare un sostegno alle famiglie e ai loro carichi di cura, il Governo non ha però preso in considerazione il ruolo del welfare aziendale, che ha anche (art. 51§ 2 del TUIR) una finalità sociale, perdendo così un’occasione di rendere più sistemici gli interventi per far fronte a denatalità e invecchiamento, in un’ottica di collaborazione tra pubblico e aziende private.
“Un sistema di welfare attento ai genitori e agevolato fiscalmente esiste già – conferma Emmanuele Massagli – ed è contenuto proprio nel comma 2 dell’articolo 51 del TUIR. Purtroppo è come se il legislatore se ne fosse dimenticato, procedendo con soluzioni che ne ostacolano la diffusione. Invece è da lì che si dovrebbe ripartire, per un progetto organico e di lungo termine, al posto che cambiare di anno in anno le soglie di esenzione del comma 3” .
Ma non solo:
“Le misure di welfare aziendale a sostegno della famiglia – ha commentato Anna Zattoni, Presidente di JOINTLY, durante il Talk – non si riducono nella erogazione di beni e servizi, ma consentono soluzioni organizzative cruciali per chi ha carichi di cura, come la flessibilità di orario, i permessi, lo smart working. Così inteso, il welfare aziendale può incidere in maniera significativa sul benessere delle famiglie, facilitando peraltro l’occupazione femminile e materna, e sul benessere organizzativo”.
Inoltre bisognerebbe potenziare i meccanismi premiali – ha sottolineato la Presidente di JOINTLY – come il credito d’imposta o la partecipazione a bandi come “Conciliamo” legandoli alla sottoscrizione del Codice di autodisciplina di imprese responsabili in favore della maternità promosso dal Dipartimento della Famiglia.
Insomma, un primo bilancio sulle misure adottare dal Governo è in chiaro-scuro e l’opinione condivisa è che si potrebbe fare di più, non solo per la parte finanziaria ma anche rispetto agli strumenti da utilizzare per sostenere natalità e caregivers.
* Il seguente articolo è stato pubblicato su Jointly.pro, il 27 febbraio 2024