Gli operatori: serve stabilità e meccanismi più semplici

da Nov 20, 2023Rassegna Stampa

Auspicato l’inserimento definitivo nel Tuir delle nuove misure

Se si vuol considerare l’impatto sul piano culturale e la sua capacità di aggiungere un elemento di modernità al mercato del lavoro, l’inserimento tra i fringe benefit di mutui e affitti viene promosso dai grandi player del welfare aziendale. Se, invece, si considera la modalità di applicazione, gli stessi player hanno molti dubbi.
L’aspetto considerato più penalizzante è la mancanza di stabilità dell’innalzamento del tetto a mille euro (2mila per i lavoratori con figli). Bene cioè l’aumento ma «ci piacerebbe – dice Andrea Canonico, chief development director health and benefit di Aon – che non fosse solo inserito nella legge di Bilancio ma che fosse a tutti gli effetti un aggiornamento dell’articolo 51 del Tuir. Il cambiamento culturale c’è stato, ora serve stabilità». Una necessità sia per i dipendenti, che devono calcolare l’efficacia economica in base alla propria situazione, sia per le aziende che devono decidere le proprio politiche retributive.
Per Francesca Formoso, head of welfare advisory di Edenred Italia, è sicuramente «positiva la riduzione del gap tra lavoratori con figli e quelli senza, perché in effetti una forbice che andava da 258,23 a 3mila euro è sempre stata vista dalle aziende come un fattore discriminante».
Ciò in generale, quanto invece all’intervento a sostegno di mutuo e affitti non convince la modalità, giudicata troppo macchinosa con una lunga lista di documenti da presentare (dal contratto di mutuo al piano di ammortamento). Si rischia, temono gli operatori, di replicare quanto accaduto con le bollette. «Sarebbe più semplice – prosegue Canonico – richiedere ai dipendenti la semplice certificazione sulla maturazione degli interessi passivi che le banche rilasciano ogni anno a fini fiscali».
Peraltro, aggiunge Formoso, «l’articolo 51 comma 4 del Tuir fornisce le indicazioni per calcolare il valore dei beni in materia di prestiti concessi dal datore di lavoro. Il calcolo è decisamente articolato e tiene conto del tasso ufficiale di riferimento al 31 dicembre di ogni anno. Molti dipendenti hanno avuto brutte sorprese lo scorso anno a causa del repentino aumento del tasso ufficiale di riferimento. Adesso la bozza della legge di bilancio introduce una specifica solo per la prima casa e questo può generare confusione».
Per Andrea Verani, direttore commerciale di Double You, questa scelta va in continuità con quanto fatto in materia finora e ne mantiene sia i pro, sia i contro. «Il pro – dice – è che la leva del welfare viene utilizzata come strumento di sostegno al reddito ed è comunque centrale in tutti gli interventi di Governo degli ultimi anni. In più, ora si amplia la platea non più solo a beni e servizi, ma anche appunto ai mutui. Il contro è che continua a concentrarsi sul fringe benefit, che forse tra tutte le componenti del welfare aziendale è quella che ha un minore impatto sociale».
*Il seguente articolo è stato pubblicato su Il Sole 24 Ore, il 20 novembre 2023
RSS
Follow by Email
Twitter
Visit Us
Follow Me
LinkedIn
Share

Categorie

Tweets