L’ impegno degli albergatori «Ecco il welfare aziendale»

da Gen 19, 2023Rassegna Stampa

Parola d’ ordine: welfare. Quello aziendale pare essere la chiave che apre le porte a chi, magari sta ipotizzando di poter trovare un posto di lavoro nel settore turistico, ma è frenato proprio dalla caratteristica della stessa occupazione.

Qualche esempio?
Lunghissime giornate di lavoro, spesso anche in orari notturni e con turni che impegnano ovviamente anche durante le feste, contratti troppo brevi, sistemazioni non sempre all’ altezza, stipendi non soddisfacenti. Volendo fare una sintesi: lavoro molto duro, condizioni pesanti che si ripercuotono sulla qualità quella della vita. A chi obietta che un lavoro si dovrebbe accettare solo perché consente di mantenersi, oggi viene risposto che lo stipendio non è sufficiente a far dire sì a chi offre un posto.

Chi cerca un’occupazione spera infatti di trovarla di certo ben remunerata, ma anche organizzata in modo da lasciare spazio alla vita propria e della propria famiglia. Ed è qui che albergatori e manager riuniti da “Frontiera” hanno tutti espresso la volontà di lavorare per rendere più calamitanti le loro offerte e permettere, in ultima analisi, una migliore gestione delle strutture ricettive e un allungamento della stagione turistica anche nei mesi invernali.

Silvio Vettorello nel corso del forum ha spiegato come già la sua struttura si stia muovendo verso il welfare «abbiamo fatto un grosso lavoro di housing per i dipendenti – ha spiegato – comprando per loro un vecchio albergo che è stato destinato alla loro accoglienza. Abbiamo bisogno di nuovi giovani e dobbiamo chiederci: come motiviamo a venire da noi un ragazzo di Brindisi o della Valle d’ Aosta?
Dobbiamo offrire delle agevolazioni».

Nella stessa direzione è andata l’ analisi di Marco Montagnani: «Abbiamo certo bisogno di attrarre i giovani, ma anche personale già qualificato, che sia in grado di formare quello alle prime armi – ha precisato – Noi cerchiamo di farlo con il welfare aziendale come prevedono le normative; è un progetto difficoltoso, appena partito, ma serve per supportare i lavoratori. E c’ è anche altro, le aziende devono ripensare la gestione delle risorse umane per rendersi più attraenti, non solo con i benefit, ma anche offrendo formazione continua».

*Il seguente articolo è stato pubblicato su Provincia di Como, il 19 gennaio 2023

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