Gli artigiani al governo: «Bisogna detassare anche il welfare contrattuale»

da Dic 12, 2022Dicono di noi, Rassegna Stampa

Non solo le grandi aziende, anche il mondo artigiano deve fare i conti con i lavoratori che non si trovano e che, quando si trovano, si faticano a trattenere perché la busta paga – pura e semplice – ormai non basta più. «Soprattutto i più giovani ci chiedono quali servizi e opportunità possiamo offrire loro al di là dello stipendio – spiega il presidente di Confartigianato Veneto, Roberto Boschetto – il tema della qualità della vita è ormai sentito tanto quello del compenso».

E qui, però, la galassia artigiana si scontra con la «concorrenza sleale» causata dal Fisco, a tutto vantaggio dell’ industria. Perché mentre il «welfare aziendale» è detassato, con l’ ulteriore estensione a 3.000 euro almeno fino al 31 dicembre, il «welfare contrattuale», ossia quello erogato da Ebav – l’ Ente bilaterale dell’ artigianato veneto – viene tassato come parte del reddito e dunque col 23% di Irpef, più tutte le addizionali.

Tradotto in cifre: dei 30 milioni erogati negli ultimi 3 anni da Ebav come welfare contrattuale ai propri iscritti (l’ ente si finanzia in parte con versamenti delle aziende, in parte con versamenti dei lavoratori), ben 7,3 milioni se ne sono andati in tasse, con ulteriori effetti distorsivi, a cominciare dall’ incidenza che queste somme hanno nel calcolo del 730 (alcuni lavoratori rinunciano alle prestazioni sociali aggiuntive per evitare «salti» di scaglione fiscale) e dell’ Isee (di nuovo alcuni lavoratori rinunciano al welfare per evitare di superare le soglie previste per l’ accesso alle agevolazioni ad esempio per i figli a scuola e università, con il paradosso che una prestazione a finalità sociale, quella garantita dall’ ente dell’ artigianato, finisce per pregiudicare l’ accesso ad altre prestazioni a finalità sociale, quelle garantite dallo Stato).

Di questo si è parlato lunedì scorso in un convegno allo Iusve di Mestre in cui il presidente di Ebav Alessandro Conte ed il direttore dell’ente Oscar Rigoni hanno riunito i vertici regionali della categoria (con Boschetto di Confartigianato erano presenti Moreno De Col di Cna e Piergiovanni Maschietto di Casartigiani) oltre ai segretari generali di Cgil, Cisl e Uil, Tiziana Basso, Gianfranco Refosco e Gino Gregnanin, confortati nelle loro richieste al governo dall’ analisi di Emmanuele Massagli, presidente di Adapt, l’Associazione fondata dal giuslavorista Marco Biagi, e di Aiwa, l’ associazione italiana del welfare aziendale.

«Da parte nostra non c’ è alcuna volontà di contrapposizione con il welfare aziendale – ha spiegato Conte – ma chiediamo con forza che come è detassato quest’ ultimo, così sia detassato il welfare contrattuale erogato dalla bilateralità, che ha contribuito in questi ultimi anni in modo determinante ad aiutare i lavoratori e le famiglie sia durante la pandemia di Covid 19 che contro il caro energia».

De Col della Cna ha annunciato che durante la discussione della manovra verrà presentato in parlamento un emendamento in tal senso. Si vedrà che accoglienza riceverà da parte dei partiti di maggioranza e opposizione. 

*Il seguente articolo è stato pubblicato su Corriere del Veneto, l’11 dicembre 2022

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