Papa Francesco: «Il welfare aziendale tra gli elementi importanti che tengono viva la dimensione comunitaria di un’azienda»

da Set 9, 2018Rassegna Stampa

In una intervista al Sole 24 Ore ricca di messaggi, Papa Francesco tocca molti temi legati al lavoro. Parla anche di welfare aziendale, confermando la centralità di questo istituto e il richiamo alla responsabilità di chi lo utilizza.

Ritenendolo un utile spunto di riflessione, riportiamo di seguito lo stralcio in cui interviene sul tema e il testo integrale dell’intervista.

[….] In questo momento nel nostro sistema economico al centro c’è un idolo e questo non va bene: lottiamo tutti insieme perché al centro ci siano piuttosto la famiglia e le persone, e si possa andare avanti senza perdere la speranza. La distribuzione e la partecipazione alla ricchezza prodotta, l’inserimento dell’azienda in un territorio, la responsabilità sociale, il welfare aziendale, la parità di trattamento salariale tra uomo e donna, la coniugazione tra i tempi di lavoro e i tempi di vita, il rispetto dell’ambiente, il riconoscimento dell’importanza dell’uomo rispetto alla macchina e il riconoscimento del giusto salario, la capacità di innovazione sono elementi importanti che tengono viva la dimensione comunitaria di un’azienda. Perseguire uno sviluppo integrale chiede l’attenzione ai temi che ho appena elencato.

Cosa fa bene all’azienda?

Il modo di pensare l’azienda incide fortemente sulle scelte organizzative, produttive e distributive. Si può dire che agire bene rispettando la dignità delle persone e perseguendo il bene comune fa bene all’azienda. C’è sempre una correlazione tra azione dell’uomo e impresa, azione dell’uomo e futuro di un’impresa. Mi viene in mentre il Beato Paolo VI che avrò la gioia di proclamare santo il prossimo 14 ottobre, che nell’enciclica Populorum progressio scriveva: «Lo sviluppo non si riduce alla semplice crescita economica. Per essere autentico sviluppo, deve essere integrale, il che vuol dire volto alla promozione di ogni uomo e di tutto l’uomo. Com’è stato giustamente sottolineato da un eminente esperto: “noi non accettiamo di separare l’economico dall’umano, lo sviluppo dalla civiltà dove si inserisce. Ciò che conta per noi è l’uomo, ogni uomo, ogni gruppo d’uomini, fino a comprendere l’umanità intera”».

[….] Continua a leggere il testo integrale dell’intervista

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