Legge di Bilancio 2018: quali sono le novità in materia di welfare aziendale?

da Gen 4, 2018Rassegna Stampa

di Valentino Santoni*

Come le Leggi di Bilancio degli anni precedenti, anche la manovra del 2018 ha previsto delle interessanti novità in tema di welfare aziendale. Anche se non ci troviamo di fronte ad una vera “rivoluzione” come quella avvenuta nel 2016, per il prossimo anno le imprese e i dipendenti che usufruiranno di beni e servizi di welfare potranno godere di nuovi benefici. Ecco di cosa si tratta.


Una nuova possibilità per il welfare aziendale: il trasporto pubblico

La principale novità contenuta nella Legge di Bilancio 2018 in materia di welfare aziendale riguarda l’introduzione, all’interno del comma 2 dell’articolo 51 del Tuir, della nuova lettera “d-bis. Questa nuova formulazione prevede l’esclusione dal reddito di lavoro di quelle somme erogate o rimborsate alla generalità dei dipendenti (o a categorie di questi) dal datore di lavoro per l’acquisto di abbonamenti per il trasporto pubblico locale, regionale e interregionale.

In altre parole, dal 2018 le imprese italiane potranno inserire all’interno dei loro piani welfare anche la possibilità di pagare o rimborsare l’abbonamento per bus, tram, metro e treno dei loro collaboratori (ma anche dei familiari di questi ultimi) potendo contare su un concreto favor fiscale: completa deducibilità della cifra se il piano di welfare è frutto di un accordo tra l’azienda e i sindacati; oppure deducibilità del 5 per 1.000 del totale se l’iniziativa è unilaterale.

Infine, si ricorda che, a differenza di quanto previsto quando l’acquisto è fatto direttamente dal dipendente, nel caso in cui il piano di welfare aziendale preveda il rimborso o l’acquisto dell’abbonamento per il trasporto pubblico non è previsto alcun limite di spesa.

Alcune considerazioni 

Anche per l’anno 2018, il Legislatore continua a sostenere le imprese che vogliono introdurrebeni e servizi di welfare come strumenti a sostegno della retribuzione. Negli ultimi tre anni, infatti, lo stanziamento del Governo su questo fronte è stato cospicuo: si è partiti con una cifra pari a 483 milioni di euro nel 2016, per poi arrivare fino a 520 milioni di euro per il 2017 e il 2018.

Come già avvenuto negli anni precedenti, anche per il 2018 il Legislatore si è posto degli obiettivi chiari in materia di welfare aziendale. In particolare, inserendo il trasporto pubblico all’interno dell’articolo 51 del Tuir ha cercato di ampliare il paniere delle prestazioni con lo scopo di promuovere policy aziendali innovative e di incrementare le possibilità di azione legate al welfare aziendale.

In questa direzione, oltre a rendere disponibili servizi legati a una serie di bisogni non adeguatamente coperti dal welfare pubblico – dal sostegno del potere d’acquisto dei lavoratori più svantaggiati o con familiari a carico, alle difficoltà di conciliazione fra responsabilità lavorative e familiari – il welfare aziendale è sempre più spesso inteso come uno strumento in grado di favorire uno scambio virtuoso fra miglioramento del benessere e del reddito dei lavoratori e una maggiore efficienza produttiva dell’impresa, una riduzione dell’assenteismo e un rafforzamento dell’engagement tra impresa e collaboratori.

 

*Il seguente articolo è stato pubblicato su Secondowelfare.it, il 4 gennaio 2018

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